- Robert Louis Stevenson: con il suo 'Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hide', ha dato una svolta importante alla narrativa fantastica. Se prima si voleva comunicare un ideale religioso, ora l'obettivo è trasmettere un messaggio (in questo caso quello del 'doppio; buono e cattivo') attraverso elementi di fantasia, come lo sdoppiamento della personalità di un uomo attraverso una 'pozione' ottenuta in seguito a esperimenti scientifici. Qui abbiamo l'anticipazione di quello che è, in poche parole, lo scopo del fantasy odierno, ovvero quello di comunicare un qualche messaggio tramite espedienti immaginari. Il fatto che Stevenson abbia scritto il suo libro duecento anni prima dell'ascesa di Tolkien non significa che quest'ultimo non sia un classico, lo scopo delle opere infatti è uguale!
Nel diciannovesimo secolo abbiamo Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft, è quindi errato definire Tolkien il padre del genere. Dopo viene H.G. Wells (di cui pochi, mi rammarico notare, conosco il suo 'La guerra dei mondi', reso famoso dal film di Spielberg) e prima, perdonate la mancanza, James Matthew Barrie, da molti ritenuto un altro classico ma indubbiamente di stampo Fantasy, giacché nessuno può rimanere bambino in eterno e poiché l'isolachenonc'è fisicamente non esiste. Abbiamo poi il celeberrimo Tolkien, maestro di vita e creatore di universi, troppo spesso ricordato per 'Il signore degli anelli' e non altre sue opere più rappresentative e concrete. C.S. Lewis con 'Le Cronache di Narnia', manifesto della morale cattolica (Aslan = Cristo) e anche Lewis Caroll, il cui 'Alice nel paese delle meraviglie' è divenuto una fiaba conosciutissima, ma pur sempre di stampo fantasy. Anche qui potremmo fare miliardi di esempi; dimentichiamo infatti Michale Ende con 'La Storia Infinita' e 'Momo' o, sempre più avanti, 'La saga della Torre Nera' di Stephe King, universo parallelo creato dall'acclamato genio della letteratura horror, o ancora 'Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco' di George R.R. Martin, dove viene demolito il mito delle macchiette bianche e nere del fantasy e i personaggi divengono per definizione 'grigi', una saga in cui l'autore non si perdona vere e proprie cattiverie ai protagonisti e dove nessuno è buono e nessuno è cattivo (è anche una grande esaltazione dei finti valori cavallereschi medievali). Oppure troviamo Terry Brooks, perseguitore del fantasy tolkeniano (definito high-fantasy) e dei suoi stereotipi. Anche autori come Neil Gaiman o Terry Pratchett hanno dato una svolta importante al tema del fantastico, introducendo l'autoironia e la critica socio-politica in universi alternativi. Philip Pullman è addirittura stato censurato dalla Chiesa Cattolica a causa delle sue idee emerse nella trilogia 'Queste Oscure Materie', dove egli combatte il totalitarismo religioso ancora oggi presente nel mondo; da ricordare anche l'aspetto dei 'daimon', che non sono altro che la personificazione della nostra coscienza.
Il fantasy è quindi un genere più diffuso di quanto si voglia credere. Anzi, ad essere sinceri, la maggior parte delle opere letterarie prodotte dall'umanità contiene elementi o trame di fantasia, tranne forse quelle correnti come il realismo et simila. Dire che si è contenti di vedere Tolkien insieme alla Troisi e non vicino a Pirandello o Pavese è un comportamento bigotto, perché il livello delle opere è pari, se non, talvolta, superiore. Certo, bisogna distinguere da Fantasy a Fantasy. Bryan di Boscoquieto è una favola per bambini (tra l'altro scritta malissimo), e Twilight è un romanzo rosa travestito da storia fantastica. Detto questo, ognuno è liberissimo di non amare il fantasy (che poi, la maggior parte delle volte, si tratta di un affermazione piuttosto ignorante basata sul parziale conoscimento delle opere high fantasy e di autori come Tolkien e Brooks, per l'appunto), ma da qua a dire che il fantasy non è letteratura ce ne passa! Le prime opere che si studiano a scuola sono fantasy, e questo lo dicono critici famosissimi, non solo Wikipedia. Tanti autori classici utilizzano espedienti fantastici. Quindi sì, il fantasy è letteratura e talvolta anche classico, se non volete vederlo sono affari vostri, ma è così.