"Non basta godersi la bellezza di un giardino senza dover pensare che in un angolo ci siano le fate?"
- Douglas Adams

mercoledì 25 maggio 2011

Secondo Capitolo

Si spegne il sole

A casa trovai Alan che leggeva Guerra e Pace sul divano. Senza alzare la testa disse – Ciao, Charlie –, come tutte i giorni. Mamma stava ancora finendo la sua lezione di piano con una ragazzina di quattro o cinque anni più piccola di me. Mi salutò allo stesso modo di mio fratello e mi chiese cosa volessi per cena.
– Chris mi ha invitato da lui, è un problema?
– No, tesoro, vai pure. Ci vediamo stasera. Clara, attenta al si bemolle, non devi dimenticarlo! Avanti, riprova.
– Ti dispiace se gli porto qualche fetta della torta che hai fatto?
– Cosa tesoro? La torta? Sì… no, no, assolutamente, portagliela pure, poi fatti dire come l’hanno trovata! Il si bemolle, Clara!
– Dove sei arrivato? – chiesi a Alan.
– Hai fumato?
– Che te frega? Dove sei arrivato?
– A metà, più o meno.
Ci rinunciai, mi mossi in direzione della cucina e lì tagliai la torta a metà con un coltello che avevo preso da un cassetto. La avvolsi in un sacchetto di plastica e tornai fuori. L’aria gelida mi riavvolse dolcemente, e per qualche secondo mi sentii a casa.

***

Chris stava apparecchiando quando arrivai. A casa non c’era nessuno tranne la sorella più piccola, Mary, che aveva otto anni.
– Charlie!
– Ciao, piccolina – dissi, dandole un bacio sulla fronte. – Tutto bene?
– Mangi con noi, Charlie?
– Certo! Cosa ci ha fatto tuo fratello di buono?
Lei alzò le spalle e disse: – Boh!
Charlie era ai fornelli che canticchiava una canzone di Sinatra di qualche anno addietro.
Don’t like goodbyes, tears or sighs, I’m not good at leaving time, I got no taste for grieving time, no, no, not meee!
– Chris?
Lanciò un mezzo urlo e quasi mandò all’aria la padella e la carne. – Oh, Charlie, non ti avevo sentito. Sai, stavo…
– Cantando. Hai la stessa voce di Sinatra.
Rise. – Ah ah! Tu ti prendi gioco di me, amico mio! In ogni caso la carne è quasi pronta, vai pure a sederti insieme a Mary.
– Hai bisogno di aiuto?
– No, no, tranquillo, me la sbrigo da solo. Distraiti un po’ con mia sorella, non dev’essere difficile.
In sala da pranzo mi sedetti accanto a Mary. Era una bambina graziosa, con i capelli biondi e ricci come quelli di suo fratello, gli occhi scuri e calmi. Aveva un viso rotondo, le guance rosse con una fossetta su quella destra.
– Come fai a tenere i capelli così ordinati?
Mi riscossi. – Come?
– I capelli… li pettini tanto per averceli così?
Era una domanda che mi avevano già fatto più volte. Io tenevo i miei capelli neri sempre lisci e pettinati con la piega a sinistra, e molta gente si era sorpresa di questa cosa; infatti non c’è mai stato un giorno in cui li avessi in disordine o spettinati.
– Mi piace tenerli così – risposi.
– Ti piace e basta?
Annuii.

Dopo mangiato, io e Chris uscimmo a fare un giro in bicicletta senza una meta precisa. Pensavo che facesse così solo perché pensava di riuscire a strapparmi il mio “segreto” se avesse continuato a pressarmi.
Avevo sempre pensato che saremmo cresciuti insieme ancora per molti anni e che avremmo condiviso i nostri problemi fino a che ci fosse stato possibile. Ma quel problema Chris non l’avrebbe capito, non l’avrebbe voluto ascoltare nuovamente dalle mie labbra, avrebbe voluto cancellarmi dalla testa quella idea tanto folle. E io non potevo permettermelo.
Quando sarebbe venuto il momento, gli avrei detto che me ne sarei andato, e un minuto dopo mi avrebbe guardato andarmene, io e una valigia, per una qualche strada verso nord, senza sapere cosa stessi facendo e soprattutto perché, lo stessi facendo.
Lasciammo le bici poco prima della spiaggia legate al palo di un vecchio cartellone pubblicitario che ritraeva un’immagine semidistrutta di Marilyn Monroe.
Il vento soffiava più forte in prossimità del mare. Fischiava nelle orecchie, liberava la mente. L’inverno era il momento migliore per scrivere.
Chris mi chiese: – Cosa scrivi ultimamente?
– Cosa intendi dire?
– Intendo dire che so che non puoi stare un giorno senza mettere giù qualcosa, fosse anche un’idea del cazzo che abbandoni dopo poche righe. Quindi, ripeto la domanda, che stai scrivendo negli ultimi tempi?
Non risposi. Mossi qualche passo verso la riva.
– Allora?
– Non scrivo più niente – dissi infine.
– Come? Non scrivi più niente?
– No.
– E perché?
– Perché ho troppe cose dentro di me che vorrei scrivere, e so che se ci provassi scoppierei senza riuscire a scrivere nulla.
– Non ti capisco.
– Non devi capirmi.
– Ma io sono tuo amico. Io voglio capirti.
Lo abbracciai. – Grazie.
– Non c’è bisogno di ringraziarmi.
– Perché mai?
– È questo che fanno gli amici. Si capiscono, si aiutano. Se non è così significa che non sono amici; e noi lo siamo da tanto tempo. Proprio ora, nel momento in cui mi sembra che tu abbia più bisogno d’aiuto, rifiuti di confidarti con me?
– Forse non è il momento di essere aiutati, Chris.
Non disse niente, ma prese a raccogliere sassi per la spiaggia deserta e a lanciarli in mare facendo cerchi nell’acqua. Essi nascevano e morivano con la stessa velocità delle mie idee, bruciate ancor prima di prendere fuoco.
– Se cambi idea, – riprese dopo un po’ – dimmelo.
– Un giorno capirai – gli dissi.
Ma mi guardò triste. – Quando capirò sarà comunque troppo tardi, vero?

Restammo in spiaggia fino al tramonto, dimentichi dei compiti scolastici per l’indomani. Stemmo in silenzio, onorando le parole del signor Johnson di quella mattina, perché non c’era niente da dirsi ma tanto da tacere che a parole non si poteva certo esprimere.
Quando il sole si spense oltre il mare e la luce iniziò a sbiadire, allora ci alzammo, recuperammo le bici e ognuno pedalò verso la propria casa, lui con la certezza di trovarne una, io con tutto tranne che quella certezza.

2 commenti:

  1. Oh mio dio! Oh mio dio!
    Detto fatto e...oh mio dio! Giuro che ci sto provando a scriverti un commento sensato, ma sono così fantastici questi due capitoli! **
    Mamma mia, scrivi davvero bene. Non usi paroloni, e la lettura è scorrevole.
    In attesa del terzo :p non posso che dirti: continua così! Sei davvero bravo! **

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  2. Grazie mille, forse per domani arriva il terzo ^^

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